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La radice di liquirizia è un popolare rimedio naturale che più generalmente viene impiegato come aroma per arricchire caramelle, dolci, tè e tisane. La pianta di liquirizia è originaria dell’Europa e dell’Asia e le sue virtù sono note sin dai tempi degli Egizi. L’infusione delle radici presenta un ricco profilo aromatico con note dolci, salate, amare e acide. Oltre al piacere del gusto, ecco alcuni benefici riconosciuti:

Favorisce la digestione
Da sempre l’infusione della radice di liquirizia viene utilizzata per alleviare i problemi legati alla digestione e lenire i sintomi associati a nausea e mal di stomaco. Inoltre può favorire effetti antispasmodici capaci di ridurre la sensazione di gonfiore.

Salute della pelle
La radice di liquirizia contiene antiossidanti e composti con proprietà antinfiammatorie. Berne l’infusione può aiutare ad eliminare i radicali liberi che causano stress ossidativo e invecchiamento precoce.

Igiene orale
Le proprietà antibatteriche e antimicrobiche offrono alcuni benefici per la salute orale come ad esempio quello di combattere i batteri responsabili dell’accumulo di placca e carie.

Raffreddore
La radice di liquirizia contiene composti che possono proteggere la gola aiutandola ad alleviare la sensazione di dolore e secchezza. Le proprietà antibatteriche aiutano il sistema immunitario ad eliminare i batteri che causano l’infezione.

Effetti collaterali della radice di liquirizia
La radice di liquirizia, benché sconsigliata alle persone affette da ipertensione, non crea problemi se consumata in quantità moderate. Ma se assunta in alti quantitativi, può abbassare i livelli di potassio, favorendo stanchezza, insufficienza cardiaca e battito cardiaco irregolare. Si consiglia di limitare il consumo di prodotti contenenti acido glicirrizico (presente appunto nella radice di liquizia) a 100 milligrammi al giorno per evitare effetti negativi. Ė sconsigliata inoltre l’assunzione per le donne in gravidanza.

Se vuoi provare il sapore inconfondibile della liquirizia ti consigliamo l’infuso RADICE DI LIQUIRIZIA o la tisana ELISIR DI LIANF.

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Ti sarà capitato spesso di leggere o di sentire queste due definizioni ma probabilmente non ti è ancora chiaro a cosa si riferiscono.

Partiamo dal presupposto che in entrambi i casi parliamo di chicchi di caffè che subiscono le stesse lavorazioni ma che differiscono per gusto, territorio di origine, qualità e prezzo.Quindi per saperne di più, ecco una rapida guida per scoprire le differenze tra la qualità Arabica e quella Robusta.

Cos’è il caffè Arabica?
Il caffè Arabica deriva dai chicchi di una pianta di Coffea arabica, originaria dell’Etiopia. L’Arabica è il tipo di caffè più popolare al mondo, pari a oltre il 60% delle tazzine bevute.

Cos’è il caffè Robusta?
Il Caffè Robusta è il caffè ottenuto dai chicchi della pianta Coffea canephora, sempre originaria dell’Africa. Il caffè Robusta è notoriamente amaro e viene utilizzato principalmente come base per i caffè espresso o per dare vigore ad alcune miscele.

Gusto
Di solito si tende a dire che la Robusta abbia un sapore molto deciso e che i suoi chicchi non tostati profumino di nocciola cruda. La qualità Arabica invece ha una gamma più vasta di sfumature che variano da dolci-morbide a pungenti-speziate. Quando non tostati, i chicchi di Arabica profumano di mirtilli e mantengono questa nota fruttata anche dopo la tostatura.

Va aggiunto che:
La Robusta ha più caffeina;
L’Arabica ha quasi il doppio della quantità di zucchero;
La Robusta ha meno acidità;
L’arabica contiene più lipidi.

Territori di coltivazione
I chicchi di caffè Robusta provengono da una pianta resistente che può essere coltivata a basse altitudini, anche tra 200-800 metri.

Le piantagioni hanno costi di produzione relativamente contenuti e sono piuttosto redditizie specie perché i chicchi sopportano bene l’azione dannosa dei parassiti.

Al contrario, i chicchi di caffè Arabica sono fragili e devono crescere in climi freschi e subtropicali. I chicchi di Arabica hanno bisogno di molta umidità, terreno ricco, ombra e sole.

A causa della loro fragilità, i chicchi di Arabica sono vulnerabili agli attacchi dei vari parassiti e possono essere danneggiati dalle basse temperature o da una cattiva lavorazione.

Inoltre questo tipo di varietà richiede altitudini più elevate (600-2000 metri).

Prezzo
La Robusta è molto più economica dell’Arabica. Va aggiunto che la prima varietà favorisce l’uso della monocoltura, ovvero la coltivazione della stessa pianta ogni anno in un unico luogo.

Questo processo erode il terreno e demolisce i nutrienti rendendolo quasi inutilizzabile.

Vista la resistenza della pianta, molte grandi aziende tendono ad acquistare enormi quantità di foresta pluviale per disboscarla e piantare la varietà di Robusta, con evidenti danni ai terreni oltre che all’ecosistema.

Conclusioni
Se davvero vuoi assaporare una tazza di caffè, il nostro consiglio è quello di scegliere la varietà Arabica. Farai un regalo alle tue papille oltre che all’Ambiente!

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Per molti tradizionalisti il tè o qualsiasi altra infusione dovrebbero essere consumati in purezza per meglio apprezzare tutte le note di sapore.
Ma esiste un abbinamento che oltre a rendere più dolce ogni infusione, la rende anche più salutare: quello con il miele!
Utilizzando nettare di piante e fiori il miele viene prodotto dalle api attraverso un complicato processo di “escrezione, attività enzimatica ed evaporazione dell’acqua”.
Utilizzando nettare di piante e fiori il miele viene prodotto dalle api attraverso un complicato processo di “escrezione, attività enzimatica ed evaporazione dell’acqua”.
Una volta che le api raccolgono il nettare, lo trasformano a livello chimico. Il nettare contiene saccarosio, uno zucchero complesso, che gli enzimi sono in grado di convertire in fruttosio e glucosio, degli zuccheri semplici.
Una volta che le api raccolgono il nettare, lo trasformano a livello chimico. Il nettare contiene saccarosio, uno zucchero complesso, che gli enzimi sono in grado di convertire in fruttosio e glucosio, degli zuccheri semplici.
E sono proprio questi a conferire alla sostanza la sua dolcezza, rendendola un’ottima aggiunta alle tue infusioni
Da secoli si utilizza il miele non solo per addolcire cibi e bevande, ma anche per le sue proprietà medicinali.

Infatti il miele è indicato:

Per lenire il mal di gola e la tosse dovuti a un comune raffreddore

Per migliorare la salute orale

Per ridurre il rischio di malattie cardiache

In combinazione con gli elettroliti contenuti nel succo di limone fresco o nella caffeina del tè o del caffè come energizzante naturale.

I migliori abbinamenti tra le infusioni ed il miele

Parlare di abbinamenti tra miele e tè dovrebbe essere un po’ come parlare di abbinamenti tra cibo e vino.
Così come in genere non si abbina un vino rosso corposo con il filetto di pesce o le ostriche, sarebbe altrettanto azzardato abbinare un tè floreale delicato con un miele ricco e pungente.
Perché se esistono infinite varietà di tè, esistono altrettante numerose qualità di miele con profili aromatici che si adatteranno meglio a specifici tè. Alla fine però è una questione di gusto e quindi ad ognuno il proprio abbinamento!

Mieli e Tè neri

Sarà necessario generalizzare perché è ovvio, non tutti i tè neri sono uguali. Si può dire però che un tè corposo da colazione si abbina con un Miele robusto come quello di Timo o di Salvia. Mentre per un classico Earl Grey ci sta benissimo un Miele di Fiori d’Arancio capace di esaltare i sapori degli agrumi.

Miele e Tè verde

I tè verdi tendono ad essere tè più delicati con un profilo aromatico terroso o erbaceo. Ecco che sono consigliabili mieli floreali come quello di Lavanda, di Fiori Tropicali, o di Eucalipto. Per esaltare i sapori di menta ed erba dei Tè verdi con Menta (MARRAKESH DREAM) è perfetto il Miele di Tiglio, mentre il Miele di Avocado esalta i sapori vegetali di un classico SENCHA.

Miele e Roiboos

Il Rooibos ha tendenzialmente un sapore dolce e di nocciola, accompagnato da sentori di vaniglia e cannella. Ė perfetto se abbinato a un Miele di Agrumi o un Miele speziato come il Miele di Quillaya così da accentuare i sapori di cannella e vaniglia.

Miele e Camomilla

Chi beve camomilla di solito lo fa per trarre i benefici dai suoi effetti calmanti e lenitivi. Il suo gusto delicato richiede un Miele morbido come quello alla Salvia o al Trifoglio per evitare che ci sia uno sbilanciamento di sapori.

Adesso non ti resta che dare un’occhiata alle nostre proposte e abbinare il tuo Tè ad uno dei mieli che preferisci. Scopri i nostri mieli!

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Le teiere in ghisa offrono un modo unico per preparare il tè, che trae ispirazione dalla tradizione ma si adatta perfettamente alla moderna comodità.

Strumenti comuni nella cultura giapponese e in altre culture asiatiche, in Giappone sono note come tetsubin.

Fanno la loro prima comparsa all’inizio del XVIII diventando sin da subito parte integrata della cerimonia del tè giapponese.

Una tetsubin originale è realizzata in ghisa. La smaltatura interna è un adattamento del prodotto alle richieste del mercato occidentale.

Una teiera in ghisa può davvero essere considerata la migliore amica di ogni amante del tè perché: 

C’è però una puntualizzazione che va fatta ma che non per questo dev’essere considerata come nota negativa, anzi. 

La teiera che ha le pareti interne in ghisa (quindi non smaltate) è considerata una “teiera con memoria”, ovvero ogni infusione lascia un residuo di patina sulle pareti interne. 

Questo significa ad esempio che se dopo aver infuso un tè nero affumicato si prepara un tè verde, è molto probabile che delle note dell’infusione precedente “sporchino” l’infusione del tè verde. 

Per questo si consiglia di usare sempre lo stesso tipo di tè nella teiera a meno che non si voglia render molto personali le proprie infusioni.

Scopri le nostre proposte di teiere

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La quotidianità ci mette costantemente in contatto con ansie di ogni tipo, situazioni di tensione legate al lavoro o ai rapporti umani. Questi disagi sono fonte di stress e sono le principali cause dei nostri malesseri. Che fare quindi per combatterli? Semplice, bisogna avere cura di sé stessi.

Numerose ricerche sottolineano che praticare la consapevolezza migliora la nostra salute mentale e fisica. Ovviamente, uno dei modi più semplici per volerci bene è quello di bere molto tè. Sono ormai noti gli effetti benefici di una tazza di tè, quanto ci sia d’aiuto per calmarci e contemporaneamente anche per aumentare le nostre difese. Però a parte questo ci sono altri piccoli e semplici metodi che ti possono aiutare:

1. Respirazione consapevole 
Questo tipo di respirazione si ottiene focalizzando la tua attenzione sul tuo respiro. Puoi semplicemente respirare in modo calmo e lasciare che i tuoi sentimenti e i tuoi pensieri fluiscano ovunque senza che ti distraggano. La respirazione consapevole ha numerosi vantaggi, tra cui una migliore concentrazione ed efficienza, una maggiore positività e una maggiore energia fisica e mentale.

2. Scrittura riflessiva
Questo tipo di scrittura ti permette di riflettere sulle tue esperienze e pensieri. Quando ti impegni nella scrittura espressiva non devi preoccuparti della grammatica o dell’ortografia: scrivi semplicemente tutto ciò che ti viene in mente. La scrittura espressiva viene eseguita con carta e penna. Ma puoi farlo anche tenendo un blog.

3. Abbracci meditativi 
L’abbraccio emana calore e una connessione profonda. Non importa se abbracci una persona, un animale o anche un albero. L’abbraccio evoca una sensazione di connessione: non sei solo. L’abbraccio incoraggia la nostra capacità di essere pienamente presenti con un altro. Un abbraccio da cuore a cuore può portare benefici significativi sulla nostra salute e felicità mentale e fisica.

4. Passeggiate 
Camminare è un modo semplice ma efficace per la cura di sé nella vita quotidiana. Quando fai una camminata consapevole, prendi nota di ciò che ti circonda. Guarda i fiori e senti l’aria che ti sfiora la guancia. Sii consapevole di ogni passo e respira.

5. Mini-break
Quando lavori tutto il giorno, è importante fare una pausa. Rifletti su ciò che hai ottenuto finora e pensa a cosa ti aspetterà una volta a casa. Puoi anche pensare a cosa vuoi ottenere on futuro. E, naturalmente, mentre fai una mini-pausa puoi goderti la tua tazza del tè preferito.

E se possiamo esserti d’aiuto, consigliamo per i tuoi Mini-Break

BEATA TRANQUILLITA’, LEGGIADRI E SERENI e SOFFIO DI CALORE.

Scopri le nostre TISANE D’ERBE


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Benchè viviamo nella patria dell’espresso, capita in alcuni locali o meglio, viaggiando per il mondo, di trovare altre forme di infusione del caffè. Una di queste particolarmente di tendenza negli Stati Uniti e nel resto dell’Europa è il dripping, ovvero un tipo di estrazione che sfrutta la percolazione ed il filtraggio a caduta. Funziona lasciando cadere dell’acqua a circa 90° di temperatura su del caffè macinato adagiato su un filtro carta.

Affinché la resa della bevanda sia massima, i principali torrefattori adattano le loro miscele al tipo di estrazione. Esistono diversi tipi di tostatura, così come esistono diversi tipi di chicchi di caffè (Arabica e Robusta) che possono altrettanto influire sul risultato dell’infusione.

Il metodo di estrazione ha comunque una forte influenza sul sapore. Generalizzando si può dire la pressione a cui è sottoposta il caffè espresso tende a rendere il profilo aromatico più intenso. Se uniamo questo dato al fatto che per l’espresso si usa prevalentemente una tostatura scura (quella che fa emergere le note zuccherine, affumicate e di caramello), ci si può rendere conto che molti fattori esterni alla qualità del chicco influiscono ad appiattire le sfumature del caffè.

Il caffè filtro di contro tende a sviluppare sapori meno intensi riproducendo in maniera fedele quelle che sono le caratteristiche del chicco (che in questo caso ha una tostatura più leggera).

Non c’è un modo che stabilisca se sia meglio il caffè espresso o quello in filtro. Però sapere cosa aspettarsi dalle 2 infusioni permette di decidere quello che più si avvicina ai nostri gusti. 

Perché non è buono ciò che è buono ma è buono ciò che piace!
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Il Chai è una delle bevande a base di tè più antiche. Presente in India da migliaia di anni, ha cominciato a diffondersi in tutto il mondo negli ultimi due secoli. In realtà quello che noi occidentali chiamiamo Chai Latte corrisponde alla preparazione indiana Masala Chai.

Si ritiene che la comparsa del Masala Chai nel subcontinente indiano risalga tra 5.000 e 9.000 anni fa. Secondo alcune leggende, fu la corte reale del Siam a favorirne la nascita, in quanto fortemente legata all’Ayuveda, un’antica forma indiana di medicina alternativa. Infatti, le terapie ayurvediche storicamente implicavano l’uso di composti a base di erbe per trattare malattie o dolori.
Perché questa preparazione altro non è che la combinazione tra un’infusione di tè nero molto robusto, latte, zucchero e un numero imprecisato di spezie tra le quali zenzero, cannella, noce moscata, chiodi di garofano e cardamomo.
In India oggi il Masala Chai viene preparato e gustato ovunque, sia a casa che per strada. I venditori ambulanti o “chaiwallah” lo preparano e lo vendono a qualsiasi ora.

Le prime forme di Chai contenevano però solo tè nero combinato con spezie ed erbe. Il latte venne aggiunto solo nel 1800 grazie all’influenza coloniale britannica. La British East India Company infatti decise di coltivare intensivamente la pianta del tè anche in India così da poterne avere il controllo.
Fu un successo e le piantagioni cominciarono a crescere rigogliose. Ma poiché quasi tutta la produzione era destinata all’esportazione in Europa, il consumo locale di tè o chai rimase inizialmente basso. Tutto cambiò quando i finanziatori inglesi cominciarono a pretendere che i proprietari indiani da loro controllati concedessero ai loro lavoratori “pause per il tè”. Ma poiché il costo delle foglie era elevato, per le pause si usava tè di scarsissima qualità al quale si aggiungeva latte e spezie sia per allungare la bevanda che per migliorarne il sapore. Ecco com’è nato probabilmente il Masala Chai.
Oggi in India vengono consumate più di 800.000 tonnellate di tè ogni anno. Si stima che per ogni tazza di caffè vengano consumate 30 tazze di chai.

Prepararsi in casa il proprio Chai Latte è semplice. Ecco anzitutto cosa serve:

STRUMENTI
Una piccola casseruola
Una teiera
Un bricco per il latte
Un passino a maglie strette

INGREDIENTI
2 cucchiaini o una bustina di Tè nero
300 ml. di acqua
80 ml. di latte (normale, di soya, di capra o di mandorla)
1 stecca di cannella
1 cucchiaino di zenzero grattugiato
1 cucchiaino di chiodi di garofano
1 cucchiaino di semi di cardamomo
1 cucchiaino di noce moscata
zucchero o miele a piacere

PREPARAZIONE
1) Tostare le spezie a disposizione (ad esclusione dello zenzero) in una una casseruola fatta riscaldare a fuoco medio per ¾ minuti.

2) Procedere con l’infusione del tè. All’acqua consigliamo di aggiungere direttamente lo zenzero grattugiato così da rendere più intenso il sapore. Essendo un tè nero, ricordiamo infusione in acqua a 90° per 3-5 minuti.

3) Una volta rimosse le foglie di tè o la bustina, aggiungere le spezie ed eventualmente il dolcificante (zucchero o miele) e lasciare il tutto in infusione per altri 5 minuti.

4) Filtrare in un pentolino l’infuso per mezzo di un colino a maglie strette così da contenere tutte le spezie.

5) Montare il latte (80 ml.) in un bricco scaldandolo a fuoco lento. Una volta caldo, aggiungerlo al pentolino e mescolarlo con il tè.

Se hai difficoltà a reperire le spezie, usa la nostra miscela NEW DELHI CHAI.

Otterrai una bevanda deliziosa!

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Il tè EARL GREY è sicuramente una delle miscele più conosciute al mondo. Prende il nome dal primo ministro britannico Charles Gray il quale, nel corso del 17° Secolo, collaborò con esperti cinesi di tè per produrre una miscela che potesse contrastare il sapore di lime che era presente nell’acqua della sua tenuta. Si arrivò alla conclusione di combinare le foglie di tè nero con il bergamotto dando vita a quella miscela dal gusto leggermente affumicato, agrumato e fragrante che noi tutti conosciamo con il nome di EARL GREY

Queste note aromatiche uniche, unite al fatto di essere un buon digestivo oltre che ad un perfetto rinvigorente ed essere la miscela prediletta di tanti Reali Europei, sia in epoca coloniale, ma anche in tempi recenti, hanno contribuito a renderlo così celebre.

Come lo si degusta?

Il tè Earl Grey può essere apprezzato in purezza o accompagnato con limone, zucchero, miele o latte.
A chi si avvicina per la prima volta a questa miscela, il consiglio è di provare a degustarlo senza nessun tipo di aggiunta. Questo è generalmente il modo migliore per comprenderne i profili aromatici.
Per chi invece non riesce a bere il tè in purezza, il consiglio è di aggiungere limone e zucchero a piacere così da esaltarne i sapori fragranti e vivaci ed esaltare il marrone intenso dell’infusione.

Se ti piace l’EARL GREY o lo vuoi provare per la prima volta ecco tutte le nostre versioni disponibili

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La sangria è una bevanda alcolica tipica della tradizione spagnola e conosciuta in tutto il mondo.

Si degusta durante pranzi e cene, ma è anche un ottimo aperitivo per tutte le occasioni.

Originariamente la ricetta prevede frutta e vino rosso. Consigliati: Barbera, Merlot, Dolcetto, Sangiovese, Primitivo di Manduria, Nero d’Avola, Cannonau, fino al Lambrusco per dare una nota più frizzante.

La ricetta:

Tagliate a cubetti due pesche e una mela e affettate sottilmente un’arancia e un limone. In un grosso recipiente di vetro versate mezzo litro di vino rosso e mescolatelo con 120g di zucchero.

Ovviamente non devono mancare le spezie! Aggiungete delle stecche di cannella, non la polvere, e qualche chiodo di garofano, ma senza esagerare per non alterare il gusto.

Aggiungete poi del succo di arancia o limone, meglio se appena spremuto, e 50g di Cointreau o Brandy e lasciate riposare tutto per una notte, o per qualche ora, in frigorifero.

Al momento di servire aggiungete altri 500ml di vino e 300ml di acqua, gazzosa o succo di arancia.

Sbizzarritevi usando qualsiasi tipo di frutta, buonissima ad esempio con le fragole e i frutti di bosco.

Insomma, ce ne è per tutti i gusti!!

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L’estate sta arrivando e se sole e bella stagione ci riempiono di gioia, il pensiero del caldo e dell’afa un po’ ci deprime.

Sarà la montagna, per chi avrà la fortuna di permettersela, o l’aria condizionata ad alleviare la nostra sofferenza? O forse anche un bel bicchiere di acqua o di bibita ghiacciata??

Noi che viviamo di tè ci siamo sempre chiesti perché i Tuareg bevono tè caldo nonostante la calura del deserto: 

Approfondendo, abbiamo scoperto grazie ad una ricerca condotta presso il Thermal Ergonomic Lab dell’Università di Ottawa, che quando si beve una bevanda calda è possibile ridurre la quantità di calore immagazzinato all’interno del corpo. Questo perché il calore della bevanda innesca il sistema di raffreddamento naturale del corpo abbassando così la temperatura corporea attraverso l’evaporazione del sudore.

E allora togli l’acqua dal frigorifero, versala nella teiera e preparati un bel tè caldo!

Magari un tè verde che, grazie all’elevata presenza di Vitamina C, ristora il tuo corpo. E se vuoi fare come i Tuareg, aggiungici delle foglie fresche di menta o dei fiori di gelsomino.

Buona estate!

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